lunedì 22 ottobre 2007

Le motivazioni del cristiano

Qual’è il “VERO” buon samaritano?

1)
Gesù rispose: «Un uomo molto ricco scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada; e lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto,
avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: "Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno"; perché sapeva che l’avrebbe ben ricompensato.

2)
Gesù rispose: «Un uomo potente e pericoloso scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada; e lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: "Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno", perché non voleva avere guai.

3)
Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada; e lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide e ne ebbe pietà; avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: "Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno".

Apparentemente se fossimo stati lì ad osservare quello che “i buoni samaritani” avevano fatto per l’uomo caduto in sventura, non avremmo notato nessuna differenza:
tutti e tre si fermano, offrono un primo soccorso, e provvedono alla completa guarigione del mal capitato a loro spese.

Questo è quanto facciamo spontaneamente nel valutare l’agire del nostro prossimo, osserviamo e registriamo i fatti di cui siamo in possesso.
Ma se non ci limitiamo a questo possiamo scoprire che solo il TERZO samaritano (il vero samaritano di Luca 10:30-35) ha agito con compassione, con disinteresse, amando il suo prossimo come se stesso; gli altri due avevano motivazioni molto diverse: il primo ha agito per interesse e il secondo per paura.
Apparentemente il risultato, se quantificato, è identico ma in realtà le motivazioni, ciò che li ha spinti ad agire è completamente diverso.

Il comportamento di ogni persona e quindi anche del cristiano è mosso da delle motivazioni, più o meno consapevoli, col fine di soddisfare dei bisogni come ben ha esposto A. Maslow nella sua teoria dei bisogni (piramide di Ma slow). Quindi agisco in una maniera piuttosto che in un’altra per soddisfare il mio bisogno di piacere, potere, autonomia, successo, felicità, amore, conforto, importanza…

Nella società in cui viviamo siamo sempre più portati a non interessarci alle motivazioni per cui si agisce ma a preoccuparci solo del risultato finale; non al perché faccio ciò che faccio, ma a quale risultato esteriore quantificabile ho ottenuto;
accade così nelle relazioni familiari, con gli amici e in ambito lavorativo; ogni sfera della vita è toccata dal RISULTATO, siamo in un mondo in assillante competizione.
Quindi c’è un rapporto stretto fra motivazione e azione; e l’azione è condizionata dal contesto di competizione in cui viviamo.

Gesù disse:
«Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso». (Lc 10:27)

Questo è lo scopo dell’uomo che così dà Gloria a Dio in vista della vita eterna, questa è la motivazione che dovrebbe stare nel cuore di un cristiano nel suo agire.

E’ sconvolgente come Dio non sia interessato al risultato quanto piuttosto alle motivazioni del cuore e infatti l’apostolo Paolo ci ricorda che se l’agire non è fondato sull’amore di Cristo non serve a nulla, non ha alcun valore agli occhi di Dio.

Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo. Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla. Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente. (1 Cor 13:1-3)

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