domenica 11 gennaio 2009

Mancare il bersaglio


Nel nuovo testamento la parola greca "hamartia" tradotta peccato significa letteralmente "mancare il bersaglio", e in speciale modo Giovanni nella sua 1a lettera al capitolo 3 la utilizza più volte.


Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perchè il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare, perchè è nato da Dio. [1Giovanni 3:9]


Come cristiani e figli di Dio (cfr. 1Giovanni 3:1) troviamo una nostra piena realizzazione nel portare gloria e onore a Dio attraverso la pratica della giustizia, della giustizia di Dio, della sua Legge nei rapporti quotidiani con le persone con cui abbiamo quotidianamente rapporti e nella relazione quotidiana con il nostro Signore e Creatore.

La nostra piena realizzazione ci suggerisce l'apostolo Giovanni la troviamo praticando la somiglianza che abbiamo con Gesù, l'unico che non abbia mai "mancato il bersaglio".

Certo l'apostolo non ci dice che mai peccheremo, ma ci fa presente comunque che il cristiano detesta il peccato proprio come Gesù detestava il peccato, proprio come il Padre detesta il peccato; perciò se ora siamo liberi dalla schiavitù del peccato per mezzo della grazia in Cristo non possiamo persistere nel mancare il bersaglio.

Questo ci porta a ricercare con tutte le nostre forze di vivere una vita santa affinchè la Luce (la buona Novella) sia manifestata (cfr 1giovanni 1:5-6). Se siamo cristiani non possiamo essere indifferenti al peccato, ma dobbiamo rifiutarlo e praticare attivamente il bene il più possibile in ogni sfera della nostra vita: in famiglia, al lavoro, in chiesa, con gli amici, affinchè possiamo così contribuire attivamente alla trasformazione della società per un presente e futuro migliore per tutti.


1 Giovanni 3:1-10
Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro. Chiunque commette il peccato trasgredisce la legge: il peccato è la violazione della legge. Ma voi sapete che egli è stato manifestato per togliere i peccati; e in lui non c'è peccato. Chiunque rimane in lui non persiste nel peccare; chiunque persiste nel peccare non l'ha visto, né conosciuto. Figlioli, nessuno vi seduca. Chi pratica la giustizia è giusto, com'egli è giusto. Colui che persiste nel commettere il peccato proviene dal diavolo, perché il diavolo pecca fin da principio. Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo. Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio.
In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello.