Alcuni spunti:
- il Cristianesimo presentava un dio personale, dio non più capriccioso disinteressato delle sorti delle persone, come invece si presentavano i tanti dei del pantheon romano dell'epoca. Il Dio Cristiano invece aveva amato il mondo a tal punto da inchiodare su una croce il suo incolpevole Figlio.
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. [gv 3:16] - Nella società dell'impero romano del I - IV secolo la donne erano considerate tanto quanto i bambini, praticamente in balia dei voleri egoistici dei maschi del proprio clan familiare. Mentre il Cristianesimo promuoveva nella pratica una società in cui alla base non c'erano differenze di dignità, non importava se si provenisse da una famiglia ricca o povera, se si fosse stranieri o cittadini romani, non importava il genere, ciò che importava era praticare, imitare per gratitudine l'amore che Dio aveva versato in Cristo. Così gli ultimi, i poveri, gli stranieri, gli schiavi e le donne della società del tempo trovarono nel Cristianesimo una speranza concreta per migliorare la propria vita.
Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato. Qui non c'è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti. Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell'amore che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti. [Col 3:9-15] - Per essere Cristiano non contava ne l'etnia di appartenenza, ne il seguire perfettamente un prontuario di precetti come per i Giudei; bastava aderire, aderive a quel movimento che dava sollievo presente e futuro, garantiva a tutti la speranza di un luogo in cui le disperazioni inevitabili del vivere quotidiano sarebbero state cancellate una volta per sempre.
Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c'era più. E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate». E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse:
«Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita. Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio. [Ap 21:1-7]
Questi sono solo alcuni degli aspetti concreti che hanno reso il Cristianesimo dei primi secoli realmente attraente, realmente un movimento di controcultura, rivoluzionario, trasformante, fertile e determinante per il benessere della società, delle persone di quel tempo.
Allora oggi come potrebbe ancora essere il Cristianesimo attraente?
Quale controcultura per il bene comune? Per rendere questa società migliore? Per dare sollievo a chi ancora oggi di sollievo ha bisogno?